Giovanni Battista Bronzini

Piazzetta Bronzini è uno dei siti più importanti nello svolgimento della festa del Maggio, dove avviene il primo incontro dei due alberi ”promessi sposi”. Dedicandolo al professore Bronzini, si è reso omaggio all’intellettuale che ha onorato la cultura italiana e allo studioso che ha scoperto e valorizzato la festa di Accettura, facendola conoscere anche oltre i confini nazionali. Era la primavera del 1969, quando l’antropo - logo materano, docente di storia delle tradizioni popolari nell’università di Bari, e autore, tra l’altro, di Vita tradizionale in Basilicata, la prima indagine scientifica sul mondo popolare lucano, studiò sul campo la kermesse accetturese. 



Nella spedizione lo accompagnarono due medievalisti dell’ateneo barese, Giosuè Musca e Franco Porsia, nell’insolito ruolo di cineoperatore e fotografo di scena. Nel libro “Accettura, il contadino, l’albero e il Santo”, Bronzini così racconta il primo impatto con il paese: «Giungemmo in macchina ad Accettura la sera del 24 maggio 1969, dopo aver attraversato le valli del Bradano e del Basento e aver goduto stupiti la vista di ampie distese tappezzate di verde e di fiori campestri, una vista ben diversa dall’imma gine libresca di terra brulla che di solito si ha di tutta la Lucania. Nella piazza principale ci fu presentato “Kr usciov”, Giulio Onorati, uno dei personaggi più rilevanti del mondo popolare di Accettura. Egli era il segretario della sezione del Partito Comunista. Simpatizzammo subito con “Kr usciov”, che ci parlò dello stato di miseria della popolazione e dei preparativi fatti per la festa di San Giuliano: festa, come abbiamo potuto constatare, che i comunisti, non meno degli altri (anzi !), sentono come propria. La festa di San Giuliano, per chi la vive, come l’ab - biamo vissuta noi, attraverso i personaggi del mondo popolare accetturese, è veramente la festa dei lavoratori senza lavoro e dei poveri della collettività, la quale, nel momento di alta tensione festiva, provocata dal rito, di sublimato distacco dal reale e dal quotidiano, manifesta più che mai vincoli di unione, di fratellanza nella miseria, di reciproco aiuto, e con la sua totale e impegnata partecipazione alla festa comune reclama, implicitamente, giustizia non per l’uno o per l’altro suo membro, ma per tutti». 



Subito tra il professore e la comunità nasce un rapporto di empatia, soprattutto con alcuni personaggi, come lo spericolato scalatore “Zizilone”, il forte “Cialì”, il burbero Cafarella, il duro Totonno Santaridd, il saggio Domenico ‘u zupp. Bronzini comunica in tutti congressi scientifici la straordinaria scoperta del “maggio” di Accettura.
Sulla traccia di Bronzini, Vittorio Lanternari, Alfonso di Nolane, Luigi Lombardi Satriani, Aurora Milillo scoprono e studiano la festa, mentre i documentaristi Folco Quilici e Francesco Canova e grandi fotografi come Mario Dondero, Mario Cresci e Joseph Koudelka ne diffondono le immagini. Il maestro Ginetto Guerricchio ne fissa i colori e i calori sulla tela. La festa degli altri, degli emarginati, dei contadini compie un salto e diventa momento identitario della comunità. Non più festa dei subalterni, secondo la categoria gramsciana, ma festa di tutti. Da negletta sagra di paese, entra nell’elenco de “Les fetes du Soleil”, antologia delle feste più belle, e si candida all’inclusione nella lista rappresentativa dei beni immateriali dell’Unesco. Anche per merito di Giovanni Battista Bronzini.



Articolo di Angelo Labbate, la gazzetta del Mezzogiorno - 11 giugno 2011


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